Stan Lee: il fumetto diventa arte

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Tutti i supereroi hanno un padre e per quasi tutti loro quel padre è Stan Lee, “The Man”. A nome di tutti i nerd del mondo, “grazie” nel giorno dell’anniversario della sua nascita.
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Indice

L’infanzia

Stanley Martin Lieber, che solo in seguito avrebbe abbreviato il suo nome in Stan Lee, nacque nel pieno della Grande Depressione, il 28 dicembre del 1922. Era figlio di due immigrati ebrei provenienti dalla Romania, Jack e Celia Lieber, trasferitisi a New York dopo aver ottenuto la cittadinanza americana. In quegli anni di grave crisi sbancare il lunario per Jack Lieber, un sarto, era sempre più difficile. Stan e il fratellino Larry, cresciuti in un piccolo appartamento del Bronx dove i genitori erano costretti a dormire su un divano pieghevole, conobbero ben presto il costo del lavoro e della miseria.

La famiglia Lieber negli anni Trenta
La famiglia Lieber negli anni Trenta.

Lee iniziò a lavorare fin da ragazzino alla Timely Comics, che da lì a qualche anno sarebbe diventata la Marvel Comics. Il primissimo lavoro di Lee fu una pagina riempitiva che venne inserita in “Captain America #3” del 1941, firmata con lo pseudonimo di Stan Lee (un gioco di parole con il suo nome di battesimo, Stanley).
E come il suo Steve Rogers, dopo l’attacco di Pearl Harbor decise di arruolarsi nell’esercito, dove venne inizialmente impiegato come addetto alle comunicazioni e, dopo aver dato prova delle sue abilità come scrittore, divenne sceneggiatore per la divisione che si occupava dei docu-film dal fronte.

Ritornato negli Stati Uniti, riprese a lavorare per la Timely Comics e sposò Joan Boocock, con la quale rimase sposato per 68 anni, fino alla morte di lei nel 2017. La fine degli anni Quaranta non fu un periodo esattamente facile per gli albi a fumetti: una larga fetta dell’opinione pubblica si era convinta che corrompessero i giovani con immagini di violenza e sessualità, e nonostante l’introduzione del Comics Code furono moltissime le testate le cui pubblicazioni vennero interrotte. Nel 1952 gli unici supereroi pubblicati con regolarità erano Superman, Batman e Wonder Woman – tutti appartenenti alla DC Comics.

La rivoluzione Marvel

Alla fine degli anni Cinquanta, la Dc Comics inizia a riformare i suoi supereroi e ottiene un buon successo con Flash e con il gruppo della Justice League. La Marvel (allora nota come Atlas Comics) decide di passare al contrattacco e affida a Stan Lee il compito di creare a sua volta un nuovo gruppo di supereroi. Lee, che stava attraverso un periodo di forti delusioni lavorative e stava valutando l’ipotesi di abbandonare il mondo dei fumetti, seguì il consiglio di Joan di accettare l’incarico e di usarlo per creare finalmente ciò che davvero gli piaceva. Saggia donna, grazie.

Stan Lee e la moglie Joan in un epico cameo in X-Men: Apocalypse (2016)

Lee si lancia in un progetto rivoluzionario: i suoi supereroi perdono improvvisamente quell’alone di super-potenza ultraterrena con cui erano stati idealizzati fino a quel momento e acquistano una dimensione più complessa, naturale e umana. Iniziano ad avere sbalzi di umore, di rabbia, di tristezza, diventano vanitosi o presuntuosi, iniziano ad avere problemi con gli affitti e le bollette, si ammalano o hanno difficoltà con le relazioni sentimentali…

Non è un caso che i primi supereroi creati da Stan Lee e da Jack Kirby siano stati proprio i Fantastici Quattro: quattro persone comuni che si ritrovano improvvisamente ad avere dei superpoteri, senza tuttavia perdere i pregi e i difetti della loro umanità. E non a caso sono anche i nostri preferiti.
Dalla testa geniale di Lee iniziarono a uscire uno dopo l’altro tutti i grandi supereroi della Marvel: Hulk, Thor, Iron Man, gli X-Men, Daredevil, Doctor Strange e, soprattutto, Spider-Man, probabilmente il supereroe più famoso della storia.


“Non fosse stato per il suo tallone, oggi Achille sarebbe un perfetto sconosciuto”.

Stan Lee

Anche il clima spensierato della Marvel fu merito del carattere allegro di Stan Lee. Con lui si iniziarono a citare nei fumetti non solo gli illustratori e gli scrittori, ma l’intero team che collaborava alla realizzazione degli albi, aumentando il senso di squadra durante la realizzazione dei fumetti. Ci si iniziò a rivolgere ai lettori con tono colloquiali, simpatici, bizzarri, per inseguire uno dei grandi obiettivi di Lee: mostrare i fumettisti agli occhi dei lettori come degli amici. In molte occasioni Lee e Kirby compaiono perfino disegnati all’interno dei fumetti – un gioco che si trasformerà nella lista di camei più lunga della storia, sia nel fumetti che nelle trasposizioni al cinema.
Ben presto le lettere dei fan smisero di essere indirizzate ai “Cari editori” e diventarono, semplicemente, “Cari Stan e Jack”.

La crisi con Kirby

Certo, non era tutto rose e fiori, anzi. Sono ancora famosi i conflitti di Lee con Steve Ditko a causa di Spider Man e ancor più noti i dissapori con Jack Kirby, che portarono entrambi i disegnatori a lasciare per un breve periodo la Marvel. In questo lasso di tempo, Kirby iniziò a lavorare per la DC Comics e, come teatrale vendetta nei confronti di Lee, inventò Funky Flashman, un personaggio-caricatura di Stan Lee: Funky è un ciarlatano perditempo, con una notevole parlantina e il brutto vizio di rubare i meriti altrui (ovvero ciò di cui Kirby accusava Lee).

Funky Flashman

Lee continuò a scrivere personalmente le storie fino al 1972, introducendo nel mondo del fumetto argomenti complessi come la guerra in Vietnam o l’abuso di droghe, e personaggi socialmente importanti come Falcon, il primo supereroe di colore. Dal 1972 divenne ufficialmente l’editore (e la faccia) della Marvel.

Verso la gloria eterna

Dagli anni Ottanta Stan Lee si trasferì in California per dedicarsi allo sviluppo delle proprietà cinematografiche e televisive della Marvel, che fino a quel momento non avevano sfornato grandi progetti, ma per vedere i primi successi al botteghino occorrerà aspettare il 2004, con la nascita dei Marvel Studios. 

Rimasto vedovo nel 2017, la salute già altalenante di Lee ebbe un improvviso crollo nell’autunno del 2018 a causa di una polmonite. Il padre dei supereroi si spense il 12 novembre del 2018, alla veneranda età di 95 anni, lasciandoci – e lo citiamo quasi testualmente – “un meraviglioso mondo di favole per adulti”.

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