Steve Jobs: think different.

Steve Jobs
Il 16 ottobre è la giornata scelta dal governatore della California per celebrare Steve Jobs, co-fondatore di Apple e pioniere di una lunga serie di innovazioni tecnologiche.
Steve Jobs

Indice

L’infanzia

Steve Jobs, classe 1955, è nato con il nome di Abdul Latif Jandali ed è il figlio biologico di due studenti universitari del Wisconsin, Joanne Schieble e Abdulfattah “John” Jandali. I due ragazzi, tuttavia, scelsero di dare il bambino in adozione e di ultimare entrambi gli studi. Si sposarono dopo la laurea ed ebbero una seconda figlia, Mona. Steve Jobs riuscì a scoprire la loro vera identità solo nel 1982.

Ad adottare uno dei più geniali prodigi degli ultimi anni furono una contabile e un meccanico per auto, Clara e Paul Jobs. La coppia era originaria della Mountain View, in California, proprio la zona che a breve sarebbe diventata nota come Silicon Valley. In breve: era il destino che chiamava Jobs.

Sebbene fosse particolarmente intelligente e creativo anche da bambino, il suo periodo scolastico si rivelò particolarmente frustrante a causa della natura vivace. Il piccolo Steve si annoiava con molta facilità ed era avvezzo a fare scherzi ai suoi compagni di classe, costringendo il suo professore del quarto anno a corromperlo pur di farlo studiare. 
La sua intelligenza sopra la media si fece tuttavia notare: i suoi insegnanti proposero ai Jobs di fargli saltare le medie e di farlo entrare direttamente al liceo, ma la proposta venne declinata.

Steve Jobs da bambino
Steve Jobs a 10 anni

Gli inizi

Dopo il liceo, Jobs si iscrisse al Reed College di Portland, nell’Oregon, ma si sentiva privo di un vero obiettivo e abbandonò l’università dopo appena sei mesi, preferendo frequentare dei corsi creativi. Fra questi corsi ci fu un corso di calligrafia che, come più tardi avrebbe raccontato, fu fondamentale per la nascita del suo amore per la tipografia.

Nel 1974, Jobs iniziò a lavorare come designer di videogiochi per la Atari, ma anche quest’esperienza non riuscì ad appagarlo completamente. Pochi mesi più tardi, si licenziò e partì per compiere un percorso spirituale in India, pieno di meditazione e droghe psichedeliche.

L’amicizia con “The Woz”

Steve Jobs e Steve Wozniak si conobbero da giovanissimi, mentre il primo frequentava ancora il liceo e il secondo studiava all’Università della California. I due fondarono la Apple Computer il 1 aprile del 1976, con sede azionaria nel garage dei genitori di Jobs, dove insieme progettarono il primo computer, l’Apple I
Le strategie di marketing di Jobs portarono Apple a una crescita quasi immediata: solo tre anni dopo l’uscita del loro secondo modello, l’Apple II, le vendite della società erano aumentate del 700% e sfioravano i 140 milioni di dollari. Nel 1980, Apple sbarca in Borsa: dopo il suo primo giorno “di battesimo”, chiuse con un valore di mercato di oltre un miliardo di dollari. Sembrava che tutto dovesse correre in discesa per Apple, ma purtroppo un’improvvisa serie di prodotti difettosi finì per deludere la maggior parte dei consumatori e fece retrocedere Apple nelle vendite a vantaggio dei PC.

Nonostante la strepitosa uscita del Macintosh nel 1984 e la sua evidente superiorità nei confronti dei computer concorrenti, l’incompatibilità fra Mac e PC si rivelò negativa per le vendite. Nel 1985, dopo essere stato accusato di essere la causa della crisi della Mela, Jobs lasciò la Apple.

In cerca di nuovi orizzonti, Jobs fondò la NeXT Computer – e si ritrovò a gestire non pochi problemi in tribunale con la stessa Apple – e acquistò una casa di produzione allora quasi sconosciuta: la Pixar. La NeXT iniziò a produrre computer dalle prestazioni sbalorditive, incredibilmente più potenti dei concorrenti, ma il loro prezzo non era accessibile e l’azienda non fu mai in grado di emergere realmente. Al contrario, invece, nel 1995 la “piccola” Pixar realizzò il primo grande capolavoro di computer grafica in 3D, Toy Story

Foto di Steve Jobs con Pixar Toy Story

È il 1997 quando Jobs viene richiamato alla Apple. Dopotutto, era stato lui a farla decollare negli anni Settanta, quindi era sembrato logico che spettasse a lui l’onere e l’onore di risollevarla.
Ed ecco la ricetta di Jobs: un nuovo team organizzativo, un sacco di modifiche e un salario annuale che lui stesso si fissò a un dollaro. Il suo genio fece uscire sul mercato dei capolavori come l’iMac, affiancate da campagne pubblicitarie efficaci, coraggiose e intraprendenti – proprio come il loro creatore.
I consumatori tornarono ad acquistare i prodotti Apple come se non avessero mai voluto altro. Partiva l’era delle innovazioni della mela: il Macbook, l’IPod e l’IPhone, pronti a dettare nuove leggi alla tecnologia. 
Con Jobs alla guida, ogni nuovo prodotto di Apple era seguito da una corsa agli armamenti di tutte le società concorrenti, che invano tentavano di copiare le sue idee fuori dal comune.
Nel frattempo si susseguivano anche i successi della Pixar: con film d’animazione premiati come Alla Ricerca di Nemo e Gli Incredibili, il valore dell’azienda raggiunse livelli mai visti prima, fino alla sua fusione con la Disney nel 2006.

Gli ultimi giorni e la morte

Nel 2003 gli venne diagnosticato un tumore al pancreas che, nonostante i successivi interventi e i tentativi di Jobs di tenerlo nascosto, si rivelò con il passare degli anni sempre più debilitante. Nell’estate del 2011 fu costretto a lasciare le redini di Apple nelle mani di Tim Cook. Il 5 ottobre del 2011 una recrudescenza del carcinoma scatenò un arresto respiratorio che gli fu fatale.

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